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Conoscere almeno una seconda lingua è, al giorno d’oggi, una cosa piuttosto diffusa. Per motivi di lavoro, studio, per effetto del mondo sempre più globalizzato o per semplice curiosità, sono tantissime le persone che conoscono una lingua al di là di quella materna. Ma in che misura parlare una lingua straniera influenza il nostro modo di percepire il mondo?

Le lingue modellano la nostra visione di ciò che ci circonda e influenzano il modo in cui ci rapportiamo con gli altri e con gli eventi. Queste relazioni incuriosiscono da tempo vari esperti che hanno dimostrato come le persone che parlano più di una lingua tendono inconsciamente a cambiare la loro personalità quando non comunicano nella propria lingua madre.

In un articolo pubblicato su The Language Nerds si riporta uno studio recente condotto da ricercatori dell’Università di Chicago che, scavando ancora più in profondità, ha dimostrato che le lingue che parliamo interferiscono e guidano le nostre scelte morali.

Per dimostrarlo si sono avvalsi del dilemma etico noto come “Il problema del carrello ferroviario”. In breve, bisogna immaginare un vagone che corre a velocità lungo una rotaia sulla quale si trovano cinque persone legate e incapaci di muoversi. Chi si sottopone al dilemma si troverebbe accanto a un bottone che non può frenare ma può soltanto cambiare rotaia, portando eventualmente il vagone a deviare su un binario parallelo dove si trova un’altra persona, anch’essa legata.

La maggior parte dei volontari che ha partecipato allo studio ha compiuto la stessa scelta, indifferentemente dalla lingua parlata, e avrebbe premuto il bottone, salvando cinque persone e sacrificandone una.
Tuttavia, presentando delle lieve varianti a questo problema, il risultato cambia. Cosa fare, infatti, se l’unico modo per bloccare il vagone consiste nello spingere una persona sulle rotaie? Nonostante si sacrificherebbe una persona in entrambi gli scenari presentati, i volontari in questo caso si sono dimostrati decisamente più riluttanti nel decidere di spingere qualcuno davanti al vagone.
D’altro canto, quando lo stesso dilemma è stato posto nella lingua straniera, molti hanno concluso con più facilità che cinque vite valgono più di una.

Secondo i ricercatori dell’Università di Chicago, la spiegazione di tali atteggiamenti risiede proprio nel modo in cui le lingue modellano le nostre immagini mentali. Al contrario delle lingue native, le lingue straniere generano immagini mentali meno vivide. Per questo motivo, i volontari a cui è stato posto il quesito in lingua straniera si sono dimostrati meno refrattari a sacrificare una vita per il bene di cinque persone: per loro è stato più difficile visualizzare la scena.

Secondo la psicologa Sayuri Hayakawa, quindi, “quando una scena è descritta nella tua lingua nativa, quelle parole sono legate intimamente a un bagaglio di ricordi e associazioni che ti aiuta a creare un’immagine vivida di ciò che stai ascoltando. Tuttavia, le lingue straniere non suscitano delle immagini così chiare perché spesso non sono associate a esperienze formative profonde”.

 

Fonte: The Langue Nerds

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